giovedì 5 febbraio 2009

Perché Wojtyla non può fare a meno di Ratzinger il duro (articolo di Paolo Francia del 7 gennaio 2002)


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PERCHE' WOJTYLA NON PUO' FARE A MENO DI RATZINGER IL DURO

di Paolo Francia

In una recente intervista il cardinale Joseph Ratzinger si è lasciato sfuggire che il 16 aprile prossimo, al compimento dei 75 anni, per lui «potrebbero finire alcune responsabilità». Riferimento chiaro alla Congregazione per la Dottrina della Fede, che il porporato guida da 20 anni con grande spessore teologico e duttilità non comune.
Quest'ultima gli ha consentito di pilotare la nave della Chiesa verso approdi tranquilli sempre in sintonia con Giovanni Paolo II.
Ratzinger, allora arcivescovo di Monaco di Baviera, era stato determinante nel conclave del 1978 per orientare il Sacro Collegio su Karol Wojtyla.
E se una delle cause contingenti dell'elezione dell'arcivescovo di Cracovia fu l'incapacità degli italiani di coagularsi su una sola candidatura, come valide motivazioni di fondo furono considerate la necessità di rimettere ordine, teologico e dottrinale, nella Chiesa disordinata di Paolo VI.

Impossibile dunque pensare a un Ratzinger senza Giovanni Paolo II e a un Giovanni Paolo II senza Ratzinger.

L'uno e l'altro sono considerati troppo conservatori da sinistra e troppo aperturisti da destra. In realtà hanno sposato una linea rigorosa che non ha represso il dissenso interno, ma ne ha abbassato i toni e ristretto i limiti. A un Papa ecumenico sul terreno politico e religioso si è affiancato un Ratzinger che poco ha concesso nell'ambito delle innovazioni sollecitate da taluni episcopati.
Né può stupire la constatazione che in questi ultimi anni, sia Giovanni Paolo II sia Ratzinger si sono dimostrati un po' più morbidi, quasi a preparare il terreno alla Chiesa dei futuri decenni che non li vedrà attori.

E' anche in questa logica che Ratzinger ipotizza modifiche alla liturgia, non in chiave di nostalgica restaurazione di stampo lefebvriano ma di riscoperta di una partecipazione più viva dei fedeli a celebrazioni festive che ora assomigliano a stanchi rituali.

Ratzinger si propone di stringere i lacci: torni la Messa a essere un momento di incontro fra i fedeli e Dio, con gli opportuni adattamenti. Per rimettere ordine nella liturgia, Giovanni Paolo II ha bisogno di Ratzinger. E il potente cardinale tedesco dovrà rinviare il pensionamento. Il nuovo Prefetto della Dottrina della Fede arriverà con il nuovo Papa.

© Copyright Quotidiano Nazionale, 7 gennaio 2002 consultabile online anche qui.

A parte la previsione completamente sbagliata sul pensionamento, direi che questo articolo e' piu' che significativo per comprendere la continuita' fra Giovanni Paolo II e Benedetto XVI ed il "ruolo" dell'allora cardinale Ratzinger: in sostanza spettava a lui il lavoro "duro".
Chi oggi e' disposto, con Benedetto XVI, a svolgere questa "mansione"?
Nessuno. Se c'e' qualcuno segnalatemelo perche' non lo vedo nemmeno con il binocolo :-)
L'articolo che vi ho proposto e' al di sopra di ogni sospetto perche' scritto da un vaticanista, Francia, per nulla ed in nulla benevolo verso Papa Benedetto.
E' strano che la persona che ha scritto questo articolo nel 2002insista, ora, con il rimarcare una discontinuita' che non c'e' e non puo' esserci.
Ma questo e' un altro discorso...
A Benedetto XVI, come a tutti i Pontefici, servirebbe avere accanto un "amico fidato", che sappia essere indispensabile e discreto come Joseph Ratzinger lo e' stato per Karol Wojtyla. Auguro di cuore al Santo Padre di trovare presto questa persona dalla mente eccelsa e dal cuore grande
.
R.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Raffaella, guarda che la profezia è stata pienamente azzeccata. Il giornalista ha detto che Ratzinger avrebbe dovuto rimandare il pre-pensionamento e che alla Congregazione della Dottrina della Fede il cambio di vertice sarebbe avvenuto solo alla morte di Giovanni Paolo II, cioè col nuovo Papa, ed è andata proprio così. :-)

Raffaella ha detto...

Non avevo visto la cosa da questo punto di vista :-))

euge ha detto...

Tante volte cara Raffaella, hai fatto giustamente notare che manca il Ratzinger di Ratzinger ed è verissimo; il Papa, deve fare tutto da solo. Il problema di fondo secondo me è che attualmente non vedo nessuno a meno che non sia ben nascosto, valido ma,neanche umanamente e spiritualmente disposto, a
sostenere il ruolo che Ratzinger aveva con Giovanni Paolo II. Una volta ed anche forse più di una, Giovanni Paolo II, definì Ratzinger " il suo amico fidato" già basterebbe fermarsi a queste due parole " amico fidato" per comprendere che forse Benedetto XVI non avrà mai al suo fianco una persona di questo tipo. Da questo punto di vista è solo! Solo ad affrontare una Curia Romana che già da tempo andava riformata e ripulita dalla sporcizia imperante. Dopo la triste vicenda di questi giorni, mi sono resa ancora più conto di quanto Benedetto XVI debba contare solo sulle sue forze; con una Segreteria di Stato latitante, una Sala Stampa che rilascia scarni e deboli comunicati e perchè no! ciliegina sulla torta una Prefettura Pontificia che insiste malgrado le immagini dimostrino il contrario, a dare i numeri è il caso di dirlo, continuando imperterrita a fornire durante le dirette delle udienze, dati di affluenza al ribasso.
Peggio di così.

Anonimo ha detto...

Yo tengo gran confianza en que, dentro de algún tiempo, el Cardenal Antonio Cañizares (il Piccolo Ratzinger) se convertirá efectivamente en el "Ratzinger de Ratzinger".