venerdì 6 febbraio 2009

Una preghiera per Eluana...quella tosse squassa le prime coscienze


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I problemi nascono perchè a Benedetto XVI manca un collaboratore: il "Ratzinger di Ratzinger"

La drammatica invocazione del Papa che chiede a noi fedeli ed ai PASTORI l'impegno a sostenere la sua delicata e gravosa missione

Robert Spaemann: Papa Ratzinger, dai media una caricatura (Galli)

Quizzone: secondo voi è più aperto e progressista chi revoca una scomunica o chi chiede la revoca della revoca?

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Zollitsch (vescovi tedeschi) si dice soddisfatto della nota vaticana. Ha parlato con il suo collega Sterzinsky?

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Mons. Georg Ratzinger: la Merkel ha ceduto alle pressioni nel criticare il Papa. Il passo falso del canceliere contestato dalla Csu (Agi)

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Cari amici, vorrei che ci unissimo tutti nella preghiera per Eluana al di la' delle opinioni di ciascuno e della bagarre che si scatenando anche in queste ore.
Preghiamo per questa ragazza.
Mi ha colpito moltissimo un articolo apparso stamattina su Avvenire.
E' a dir poco choccante.
Ve lo propongo senza alcun commento perche' non ce n'e' bisogno
.
Raffaella

Notte di domande a "La Quiete"

Quella tosse squassa le prime coscienze

Lucia Bellaspiga

Mettiamoci nei suoi panni: un viaggio allucinato e allucinante. Di notte, su un’ambulanza, lui e lei da soli, costretti dallo spazio angusto a una vicinanza che non era mai avvenuta prima, per ore uno in compagnia dell’altro, muti in due silen­zi diversi. Vicini, terribilmente vicini. Si so­no incontrati così, Eluana e il dottor Ama­to De Monte, e lui ne è uscito «devastato»: per l’aspetto di Eluana – si è detto e ha fat­to intuire lui stesso, ma senza spiegarsi mai troppo, lasciando vaghi i contorni della sua «devastazione» – o forse per qualcos’altro che in quel viaggio gli ha ingombrato l’a­nima come un fastidio sottile e insistente, che lui ha voluto scacciare ma ogni tanto ancora gli torna? Va, l’ambulanza, incrocia gocce di acqua e neve e i fari di altre vite viaggianti nella notte, ignare di quel carico di vita tra­sportato a morire, mentre Eluana dorme, perché questo fa di notte, da molti anni. Avrà vegliato, invece, il dottor De Monte, e quante volte avrà guardato quel sonno forse un po’ agitato dalla mancanza di un letto, sempre lo stesso da quindici anni, del tepore di una stanza, dei rumori e de­gli odori sempre uguali e rassicuranti, del­la carezza frequente di una suora? Poi è arrivata l’alba e un cancello si è inghiotti­to Eluana, nessuno l’ha più vista se non i volontari e il medico, ancora lui, tacitur­no con i giornalisti, scuro in volto, sempre frettoloso, anche la sera quando si allon­tana pedalando sulla bicicletta per le stra­de di Udine.

«Eluana è morta diciassette anni fa», ave­va detto in quell’alba di martedì scorso, la­sciando con sollievo l’ambulanza e quella strana compagna di viaggio che l’aveva de­vastato, lui, medico anestesista e rianima­tore che chissà quante ne deve aver viste in vita sua... Ma dopo una notte ne segue sempre un’altra, e un altro confronto con Eluana, che morta non è e quindi si agita... Passa la prima notte, la seconda andrà me­glio – si dice il medico – ma così non è, per­ché Eluana non pare più la stessa, poche ore fuori casa e qualcosa è già cambiato. Tossisce, Eluana. Tossisce?

Sì, tossisce, e di una tosse che squassa i suoi (forti) polmoni ma forse di più l’udito e le coscienze di chi l’ascolta e non sa che fare. Tossisce, si scuo­te, quasi si strozza e intanto, proprio come farebbe ciascuno di noi, tende e tirarsi su, cerca aria, solleva le spalle ma non riesce. Dove sono quelle mani che a Lecco sape­vano sempre cosa fare? Perché non accor­re chi immediatamente compiva quel pic­colo gesto che dava sollievo? Eluana tossi­sce sempre più, una tosse che accenna ad essere ribellione di un corpo, che è richie­sta, che è grido. Una tosse che, beffarda, sembra fare il verso a chi dice 'Eluana è morta diciassette anni fa': no, un morto non si agita nel letto sconosciuto. Gli infermieri-volontari provano di tutto, ma appartengono all’équipe di De Monte, conoscono a memoria il protocollo per far­la morire, che ne sanno ora dei piccoli ge­sti che sono propri di una vita, di quella vita? Come si gestisce una «morta» che fa i capricci e nel solo modo che conosce pe­sta i piedi? Dovevano essere devastati an­che loro, l’altra notte, se alla fine si deci­dono a fare il fatidico numero di Lecco e con nuova umiltà chiedono al medico cu­rante di Eluana: come facevate a farla sta­re bene?

Il dottore deve aver provato a spie­gare come mai in quindici anni non era stato necessario aspirare il catarro (l’incu­bo dei disabili come lei), avrà indicato al collega le mosse da fare, ma il resto non poteva spiegarlo: accarezzatela, osservate il suo respiro e ascoltate il battito del suo cuore – si erano tanto raccomandati da Lecco quella notte lasciandola partire per Udine –, sono i tre elementi che vi porte­ranno ad amarla... Ma questo nel proto­collo non sta scritto e nessuno lo può in­segnare. Questo raccontano tra i sussurri dalla «Quiete», la casa di riposo in cui la notte è passata agitata un po’ per tutti. Inutile invece chiedere conferme alla cli­nica di Lecco: medici e suore hanno giu­rato silenzio e quella è gente che ha una so­la parola. Tacciono e pregano. Ma a Udine avevano giurato sul protocollo di morte, mentre quella tosse di vita «devasta» già le prime coscienze.

© Copyright Avvenire, 6 febbraio 2009 consultabile online anche qui.

8 commenti:

Caterina63 ha detto...

Napolitano (l'uomo del monte) HA DETTO "NO"....in sostanza, per colpa della COSTITUZIONE Eluana deve morire...
non firmerà.....al di la delle ragioni fa davvero tremare che la vita di una persona dipenda DALLA BUROCRAZIA....

a cosa mi serve un PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SE NON SA PRENDERE UNA DECISIONE PER SALVARE UNA VITA UMANA?
VERGOGNA!!

Veltroni ovviamente da ragione a Napolitano....un proclama elettorale senza una parola per una vita umana al quale L'ASSISTENZA PUBBLICA HA INIZIATO A SOSPENDERE IL NUTRIMENTO....

Il Card. Martino, meno male, ha dichiarato di essere rimasto deluso dalla scelta BUROCRATICA di Napolitano di fronte all'urgenza di salvare una vita umana...

Idem Fisichella, il vescovo, che ha definito il Decreto: un atto di grande coraggio del Governo che ben sapeva le critiche a cui sarebbe andato incontro...


Intervistato il padre di Eluana ha detto:
"SIAMO STANCHI NON VEDIAMO L'ORA CHE TUTTO FINISCA, IO E MIA MOGLIE SIAMO SFINITI"

non ho parole, no comment... e la figlia?

qui siamo davvero ai piedi della CROCE....

euge ha detto...

Cara Caterina la reazione di Napolitano era prevedibile se non addirittura scontata. Salvare una vita non fa acquistare ne consenso pubblico ne tantomeno voti e tutti coloro che affiancano Napolitano in questa scelta, ne hanno un estremo bisogno visto che si avvicinano le Europee! Ormai, purtroppo, questa società si basa sulla cultura della morte dove la vita umana non ne più un senso ne, tanto meno, viene vista come un dono. Abbiamo inculcato ai nostri giovani in anni ed anni, che ognuno e padrone della propria vita e ne può fare l'uso che vuole ; dunque non ci meravigliamo se anche un eminente professore di quelli che ti dovrebbero salvare la vita difinì tempo fà Eluana " carne putrefatta". Anche nel considerare il valore della vita si usano due pesi e due misure. Si fanno le fiaccolate giustamente, per i condannati a morte e si inveisce giustamente, per coloro che non avendo niente di meglio da fare, danno fuoco ai senza tetto. Ma per Eluana quasi nessuno protesta è giusto che muoia solo perchè a sedici anni forse, era contraria all'accanimento terapeutico; poi è del tutto insignificante che per evitargli dolori e spasmi venga sedata. Se non sente niente se il suo organismo non reagisce come tanti dicono perchè deve essere sedata? perchè non è così perchè eluana probabilmente sente e forse a suo modo si accorge di cosa gli stanno facendo. E' una barbarie ed una vergogna quello che sta accadendo. Ho persino sentito che chi ha votato berlusconi non lo rifarà perchè sottomesso ad un Papa medievale e retrogrado. Da quando difendere la vita umana e segno di ritorno al passato? La vita umana è un dono che non ci siamo dati da soli e da soli non ce la possiamo togliere perchè in quel caso sarebbe dare la giustificazione anche agli omicidi più aberranti e nel caso di Eluana di questo si tratta.

gemma ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
gemma ha detto...

E' una forma di accanimento anche questa. Della morte a tutti i costi per chi non è più ritenuto degno di vivere. Persino per abbattere un albero morente si deve dar conto agli ambientalisti...
E dove sono i fautori dell'onnipotenza della scienza medica? Eppure la medicina fa continui progressi, ciò che non sapevamo ieri lo abbiamo imparato oggi e altrettanto faremo domani. Invece sulle sensazioni di questi sfortunati esseri riteniamo di sapere tutto, che null'altro ci sarà da scoprire.
Qui a mio parere è molto peggio che nel caso Welby. In quella circostanza c'era un uomo cosciente che non voleva più vivere attaccato ad un respiratore, volontà ribadita fino all'ultimo, non espressa nell'ardore dei 20 anni. E si trattava di staccare un respiratore, visto che la sua vita dipendeva solo da quello. Un suicidio per alcuni, per lui la fine di una sofferenza reale in pochi secondi. Sono sincera, anche se so che qui sono l'unica a pensarla così, in quel caso sono stata possibilista e la decisione di Welby l'ho accettata, Qui, a meno dell'iniezione letale, si potrà andare avanti per giorni e giorni con secrezioni da aspirare e spasmi da sedare. Il tutto in un corpo che si agita ma della cui mente nulla ci è dato sapere, tranne le verità dogmatiche di chi crede di quantificare con gli strumenti diagnostici anche le sensazioni.
Non so quanto il personale possa essere preparato a situazioni di questo genere. In Italia finora si è fatto altro nei reparti di degenza e l'accanimento terapeutico, quello vero, lo si è sempre evitato, negli anziani a fine vita e nei malati terminali. Ma un corpo giovane non è nè a fine vita nè tantomeno terminale, evidentemente è solo inidoneo alla vita.

Anonimo ha detto...

io non so cosa sia giusto o meno, ma ho provato a mettermi nei panni di eluana,più volte. mi sono visto incapace di comunicare in qualsiasi modo.. incapace di interagire col mondo, di esprimere sentimenti. forse è l'unica cosa che dovremmo fare tutti prima di darci una risposta. qualsiasi risposta. tutto questo ragionare da persone sane che fanno i politici è solo un problema di tutti quelli che resteranno in sto mondo dopo eluana. io, personalmente mi son detto che una vita così non vorrei viverla.. scusate.

Anonimo ha detto...

evvai... Catalano diceva: "è meglio esere giovani, belli e ricchi che brutti, poveri e malati".
Un conto è pensare che quella situazione di vita non sia auspicabile per nessuno, un altro è pensare che quella sia una vita senza dignità e senza un senso.
L'"aver voglia" non è un metro di giudizio dell'etica.
E tra l'altro ci sono moltissimi esempi di persone che si sono ritrovate non per finta, ma in realtà nei panni di Eluana e che, quando hanno trovato un modo per poter interagire con l'esterno, foss'anche solo attraverso hanno gli occhi, hanno testimonianto la loro drammatica paura di poter essere soppressi e uccisi, in quanto ritenuti già morti. Eccoti una testimonianza di uno che nei panni di Eluana c'è stato e c'è per davvero, ma più fortunato coi genitori: Salvatore Crisafulli.

Mi trovavo in stato vegetativo permanente “ma io capivo tutto” “sentivo anche che sarei morto” solo che io non potevo parlare, non potevo muovermi.
I medici continuavano a dire che mi trovavo in stato vegetativo, che non c’era niente da fare. Ma non era cosi.
Finchè mia madre fissandomi notte e giorno negli occhi a scoperto che ero cosciente. ...
Anchio soffro è continuo a soffrire giorno dopo giorno, dipendo dai miei familiari, vivendo la mia vita trà il letto e la carrozzella, ma questo non mi impedisce di continuare a sperare.
Oggi la mia battaglia per la vita.
Io ho scelto di vivere…
Perche amo e desidero realmente la mia vita.
La mia grande forza il mio immenso coraggio, con l’amore dei miei cari, sono la melodia di una musica senza Fine.
Mi sento molto strano, vivere in queste condizioni ma ho appena 41 anni, voglio vivere, voglio guardare avanti, voglio rivedere il sorriso sul viso di mia madre, voglio vedere i miei 4 figli crescere.
Voglio dimostrare al mondo intero il vero significato del valore alla vita. Questa è un esperienza da incubo. Vorrei che la curiosità sterile di tante persone fosse empatia vera e sincera. In fondo non cè colpa in chi non può capire.
Esiste una felicità diversa, che non tutti comprendono.
La felicità va cullata, stimolata, accesa come la speranza.
A tutt’oggi ho sempre questa fiamma che mi incendia l’anima.
Auguro a tutti, me stesso la mia famiglia, di non rassegnarsi mai alla sofferenza, perche dietro di essa c’è sempre altro.
C’è un sorriso, c’è una stretta di mano, O solo uno sguardo, lettere di un’unica parola… Amore….

http://salvatorecrisafulli.blog.kataweb.it/tag/risveglio
www.salvatorecrisafulli.it/

Anonimo ha detto...

Eluana chi c'è con te mentre stai morendo?
Il tuo papà e la tua mamma hanno almeno il coraggio di guardarti mentre ti lasciano morire di fame e di sete???
NO, no fermate tutto e riportate Eluana tra le braccia amorevoli delle sue suore.

Anonimo ha detto...

Comunque vada, stiamo vicini ad Eluana con la preghiera. Preghiamo per lei la Coroncina della Divina Misericordia.
Gesù, io confido in Te!

Pace, Amore e Gioia in Gesù e Maria,
Gabriele