lunedì 2 febbraio 2009
L'ho trovato! Ecco il primo "incidente" fra Benedetto XVI e Israele. Parole grosse anche contro Giovanni Paolo II!
Vedi anche:
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La festa della Presentazione del Signore (Osservatore Romano)
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Le rane dalla bocca larga curiali hanno colpito ancora! Vogliamo risolverlo o no questo problema di comunicazione? Sveglia!
Alle 18, l'incontro del Papa con i religiosi e le religiose per la 13.ma Giornata della vita consacrata. Intervista al cardinale Franc Rodé (R.V.)
Attenzione: discrepanza fra il testo in francese e la traduzione in inglese dell'intervista a Mons. Fellay
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UNA CATENA DI ROSARI DA OFFRIRE AL SANTO PADRE
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Durissimi attacchi al Papa dalla Germania
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Indovina indovinello: quando è stato scritto questo articolo sui Lefebvriani e la Messa tridentina?
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Qualcosa non torna nei rapporti tra gli ebrei italiani e la Santa Sede (Pertici)
Traduzione in italiano del grandioso editoriale di “Rorate Caeli”: sostenere Pietro (a cura di Paolo)
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BENEDETTO XVI REVOCA LA SCOMUNICA AI VESCOVI LEFEBVRIANI: LO SPECIALE DEL BLOG
Cari amici, la nostra Mariateresa mi ha messo una zanzara nell'orecchio.
Il delizioso animale (Don Marco, faccia qualsosa!) ha iniziato a ronzarmi nella testa forse perche' c'e' molto vuoto :-)
Cosi' ho cercato negli archivi e guardate che cosa ho trovato.
Leggiamo e poi commentiamo:
L' incidente diplomatico dopo l' Angelus del 24 luglio, le «precisazioni» tra Segreteria di Stato e portavoce, l' attesa per le decisioni sul governo della Chiesa
Il caso Israele scuote il Vaticano In ritardo le nomine di Ratzinger
Le priorità del Papa: l' enciclica e il sinodo dei vescovi
CITTA' DEL VATICANO - Che succede nel Vaticano di Benedetto XVI, a quattro mesi e dieci giorni dall' elezione? Si rafforza la figura del papa predicatore, che concentra l' attenzione sulla fede e la sua crisi, come ha mostrato di saper fare alla grande nelle giornate di Colonia, ma non si vede ancora il papa che governa: non ha formato una sua squadra e quella ereditata segna il passo in attesa degli eventi.
A questo clima di incertezza va forse ricondotto l' incidente diplomatico con Israele, che si verificò alla fine di luglio e che è stato appena appianato, come anche la decisione del portavoce Navarro-Valls di rendere nota la sua estraneità alla vicenda con una dichiarazione al Corriere della Sera pubblicata ieri.
Il ministero degli esteri israeliano aveva protestato per la mancata citazione - in un appello papale del 24 luglio - di un attentato contro Israele, mentre venivano ricordati attentati di quei giorni avvenuti in Egitto, Turchia e Iraq.
Sia nella protesta israeliana sia nella risposta vaticana si erano raggiunti toni molto forti: un funzionario di Gerusalemme aveva affermato che il nuovo papa avrebbe dovuto cessare il «silenzio» sugli attentati palestinesi sempre osservato da Giovanni Paolo II; una «nota» vaticana - che elencava gli interventi del papa polacco - affermava che la Santa Sede non poteva «accettare insegnamenti» da Israele.
Quella risposta vaticana, preparata dalla Segreteria di Stato, era stata pubblicata con il titolo «Nota della Sala stampa della Santa Sede», di cui è direttore Joaquin Navarro-Valls.
Il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni, aveva dichiarato al Corriere della Sera d' aver «riconosciuto» nella nota i toni del portavoce «che di solito con noi è scortese e duro». Una protesta simile aveva fatto la «Antidefamation League», che aveva contestato a Navarro-Valls l' affermazione, contenuta nella «nota», che le «reazioni israeliane» agli attentati palestinesi «non sempre» sono risultate «compatibili con il diritto internazionale».
Lungo la scorsa settimana, prima per anticipazione del nostro giornale poi per dichiarazioni ufficiali venute da Israele, si è saputo che l' «incidente» era stato chiarito con l' intervento del premier Sharon e del cardinale Sodano, riconoscendo che vi era stato un «eccesso» di aggressività nelle due burocrazie. Dalle cronache dell' accomodamento risultava l' ammissione vaticana che «le dichiarazioni di Navarro Valls sono state un poco inappropriate».
A questo punto il portavoce ha reagito, dichiarando al nostro giornale che quella nota egli non l' aveva «né scritta né letta» prima che venisse pubblicata, essendo in quelle ore di quel giorno (28 luglio) impegnato nel rientro a Roma, con il papa, dalla Valle d' Aosta. Chi comanda oggi in Vaticano, sotto lo sguardo mite del papa teologo? Benedetto XVI appena eletto confermò tutti gli incarichi, ma quella conferma protocollare non impedisce alle voci curiali di ruotare come vespe attorno all' interrogativo su quando arriverà la squadra del nuovo papa. Chi prevede la «squadra» immagina che la prima decisione debba riguardare il cardinale segretario di Stato, Angelo Sodano, che compirà 78 anni a novembre. Una volta scelto il segretario di Stato (si fanno i nomi dei cardinali Re, Sepe, Bertone), il papa potrebbe procedere alle altre nomine d' intesa con lui. Chi invece non prevede la «squadra» immagina che il nuovo papa lascerà al suo posto Sodano forse fino al compimento degli ottant' anni e si limiterà a sostituire, via via, gli incarichi che risulteranno vacanti. Sono molti i responsabili di Curia che stanno per raggiungere o hanno già raggiunto l' età pensionabile dei 75 anni: Castrillon Hoyos, Hamao, Herranz, Moussa Daoud, Poupard, Szoka, per citare solo i cardinali. Il mese di settembre Benedetto XVI l' impiegherà in gran parte per completare l' enciclica programmatica che iniziò a scrivere sulle Alpi e che forse pubblicherà in novembre. Ottobre sarà impegnato dal Sinodo dei vescovi sull' Eucarestia, che avrà un protagonista di rilievo nel «relatore» che è il cardinale Scola. Si vedrà come il nuovo papa intenda «usare» i sinodi. Fino a oggi Benedetto XVI ha fatto una sola nomina curiale importante: ha messo al posto che fu suo, come prefetto alla dottrina, l' arcivescovo statunitense Levada. Navarro-Valls, che ha compiuto l' anno scorso vent' anni di direzione della Sala Stampa, in un' intervista del giugno scorso affermò che il papa gli aveva chiesto «personalmente» di restare al suo posto e commentò: «Non è facile dire di no a un papa, in qualunque modo si chiami»
Accattoli Luigi
Pagina 14
(29 agosto 2005) - Corriere della Sera
Quindi i toni sono sempre stati aspri.
L'accusa rivolta a Giovanni Paolo II era ingiusta ed offensiva.
Bene fece allora la segreteria di stato a reagire duramente!
Magari avessimo letto una nota del genere nei giorni scorsi.
Non e' questo pero' il problema: ancora una volta abbiamo verificato che di problemi ce ne sono sempre stati e forse e' arrivato il momento di darsi una mossa per risolversi.
Certo i toni usati contro Benedetto XVI sono particolarmente violenti, ma non mi pare che il suo predecessore fosse esente da attacchi ingiusti.
Non era tutte rose e fiori nemmeno al tempo di Navarro e di Sodano, quindi e' il caso di fare tesoro delle esperienze.
R.
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5 commenti:
Non manca Navarro. Neppure Sodano. Purtroppo manca Bertone.
Purtroppo anonimo, questo è vero. dopo una bella riuscita nell'intervista prima del viaggio in Turchia che rilasciò Bertone come Segretario di Stato, il suo diciamo così " rendimento" è andato sempre calando fino ad una totale eclissi. Ma perchè? Perchè quando bertone dovrebbe esserci con la sua presenza e con parole incisive e determinate non si trova?
Navarro Valls pilatesco, copre GPII e scarica B16.
Notare che quando Navarro Valls (che era il portavoce del Papa e non uno fuori dalla comunione ecclesiale) faceva la voce grossa con gli Ebrei, non scendeva in campo tutto l'universo mondo a condannare di antisemitismo la Chiesa.
Potere progressista...
I problemi sono da sempre. Si grazie. Ma Navarro le gestiva con fortezza e professionalità!
Navarro era portavoce del trio del segretario del maestro di cerimonie e della baccalà della prefettura della casa pontificia,tre loschi figuri ,mancava il Papa,adesso mancheranno tutti ma il PAPA c'è e noi preghiamo per Lui,è il Vicario di Cristo nessun altro.
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