domenica 1 febbraio 2009

Indovina indovinello: quando è stato scritto questo articolo sui Lefebvriani e la Messa tridentina?


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Cari amici, grazie all'agente 007 del blog, super Gemma, proviamo a divertirci un po'.
Inserisco un articolo e vediamo se indovinate chi l'ha pubblicato e quando e' stato scritto...
La soluzione dopo l'articolo stesso
:

DICE padre Davide Turoldo, che da anni lavora alla traduzione del messale di Paolo VI: "E' un' immensa tristezza, viviamo un momento di grande afflizione.
Alla grande Pasqua di papa Giovanni, fa seguito il tempo presente, di passione e morte in attesa di altre resurrezioni. Ma non c' è pagina, nella Bibbia, che si concluda con la disperazione
".
Pochi hanno l' irruenza e il coraggio di padre Davide. Molti si rifugiano nell' ironia.
Dice un vecchio professore: "Grazie a Dio, io il latino lo capisco". E un teologo: "Sentivamo tutti la nostalgia del gregoriano. Peccato che io sia stonato".
Dopo le battute, e le richieste di anonimato, emergono i dubbi, e le domande cui non è facile rispondere. Due sono i punti su cui si torna con insistenza: il bisogno di capire con quale intenzione il papa ha preso la decisione che ridà fiato a Lefebvre e i suoi seguaci; e la necessità di porla in riferimento con l' appena avvenuta condanna della teologia della liberazione. Dice un intellettuale milanese: "Cosa possono dare, in cambio, al papa, i seguaci di Lefebvre? Sono quattro gatti: dov' è il loro potere? Di certo sappiamo che dietro loro c' è l' aristocrazia nera, che è piena di soldi. Che il papa abbia bisogno di questo? Bisognerebbe sapere più cose sulle finanze vaticane".
Per cogliere l' imbarazzo e la perplessità, però, non è necessario interpellare i liberi intellettuali e i frati tradizionalmente senza peli sulla lingua. Basta varcare le porte del Vaticano. Emblematico un episodio della mattinata di ieri: la congregazione per il culto, l' organismo vaticano cioè che ha materialmente inviato alle Conferenze episcopali di tutto il mondo la circolare voluta dal papa sulla questione della messa preconciliare, ha convocato ieri mattina alle dieci una conferenza stampa. Ma delle svariate decine di giornalisti italiani e stranieri accreditati presso il Vaticano, solo sette corrispondenti della stampa cattolica hanno ricevuto l' invito.
L' idea era quella di poter parlare tranquillamente del congresso liturgico internazionale, il primo dalla fine del Concilio Vaticano II, che si terrà in Vaticano dal 23 al 28 ottobre. Poter parlare tranquillamente: senza cioè che qualcuno, trattandosi comunque di argomenti liturgici, ponesse domande imbarazzanti sulla questione del messale di Pio V. Ma nemmeno i giornalisti cattolici hanno potuto trattenersi dal fare domande in proposito, e gli esponenti della congregazione per il culto hanno manifestato, se pur con toni sfumati, la propria perplessità sul provvedimento pontificio. Non solo: hanno precisato di avere avuto unicamente il ruolo dei "postini", poichè la famosa lettera è stata "voluta dalla autorità suprema".
L' imbarazzo dei membri della congregazione appariva più che giustificato: il congresso liturgico che annunciavano, infatti, sarà denso di novità. Da un' inchiesta svolta in tutta la cattolicità è emersa a "gran maggioranza" la richiesta di riconoscere alle donne l' accolitato, un grado ministeriale che comporta la capacità di distribuire la comunione durante la messa. Il papa non ignora l' orientamento dei suoi vescovi; semplicemente non ne tiene conto.
Nel 1980 la congregazione per il culto fece un' inchiesta nell' episcopato mondiale da cui emerse un grande apprezzamento per la liturgia conciliare. I vescovi descrivevano i gruppi rimasti legati al vecchio messale come "gente legata a forme superate in campo politico, sociale, religioso".
Quei gruppi risultavano oltretutto molto minoritari; su 1750 vescovi, uno solo aveva disobbedito al Concilio imponendo ai preti della sua diocesi di celebrare la messa tridentina; e solo 16 si erano mostrati favorevoli all' indulto per i tradizionalisti. Tutti gli altri concordavano nel dire che la concessione di dire la messa di Pio V "creerebbe più problemi di quelli che intenderebbe risolvere".
I vescovi che più volte hanno affermato le loro idee sulla riforma liturgica, interpellati ieri sulla decisione del papa, hanno naturalmente scelto la prudenza. Il vescovo di Ivrea, Monsignor Luigi Bettazzi ha detto di considerare l' iniziativa del papa "un gesto di misericordia nei confronti di coloro che non riescono a seguire la santa messa in italiano. E' un provvedimento che vale anche per alcuni estetisti che amano il rito in latino".
Meno prudente e ironica la dichiarazione di Monsignor Peradotto, vicario generale del cardinal Ballestrero nella curia torinese. "La notizia della decisione del papa, ha detto, è giunta come un fulmine a ciel sereno. Dipenderà dal vescovo accordare o meno il permesso a quanti lo richiederanno".
Il teologo Domenico Mosso ha dichiarato: "Lascio a chi ha emanato la disposizione il compito di pronunciarsi, sperando che lo faccia assumendosene la piena responsabilità".
La legittimità nuovamente concessa al messale tridentino dunque, appare a tutti come un segnale minaccioso. Come dice il gesuita Eugenio Costa: "La questione è molto delicata e di grande peso, anche se all' opinione pubblica può non apparire tale".

Stop

Avete indovinato? Vi sembra che l'articolo sia stato scritto una settimana fa? Un mese fa? Un anno fa? Due?
No, in realta' non e' cosi'.
Questo e' un pezzo di Silvia Giacomoni pubblicato su Repubblica il 17 OTTOBRE 1984!


E' FELICE SOLO MONSIGNOR LEFEBVRE PER IL RITORNO DELLA MESSA IN LATINO...CLICCA QUI

Repubblica — 17 ottobre 1984 pagina 4 sezione: POLITICA INTERNA

Ebbene si'!
Stesse parole, stessa pappa fritta, stesse rane dalla bocca larga, stesse richieste di anonimato, stesse accuse al Papa, stessa fretta di liquidare i Lefebvriani come "quattro gatti".
Sono passati piu' di 24 anni da questo articolo e le cose stanno ancora allo stesso punto!
Certo! Contro Giovanni Paolo II non si usano i toni che oggi contraddistinguono il rapporto fra i media e Benedetto XVI ma il succo e' sempre quello: il Santo Padre (Wojtyla prima, Ratzinger ora) e' accusato di fare di testa sua e di non ascoltare i vescovi, di essere un restauratore, di concedere troppo ai Lefebvriani e via discorrendo...
Che tristezza!
Almeno ora sappiamo che la posizione di media e curia non e' mutata in quasi 25 anni alla faccia di chi parla di immobilismo dei due Papi.
Che tristezza
:-))
Raffaella

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Cara Raffaella, devo ringraziare te Gemma. In questo modo avrebbe dovuto essere preparato il tutto prima di sabato scorso.

Purtroppo troppa gente non ha fatto i compiti. La palese incapacità dei responsabili è.... sconcertante.

Posso solo sperare che ci saranno delle conseguenze. Dovrebbero cadere un po' di teste in Vaticano.

Anonimo ha detto...

leggo:
"E' un' immensa tristezza, viviamo un momento di grande afflizione.
Alla grande Pasqua di papa Giovanni, fa seguito il tempo presente, di passione e morte in attesa di altre resurrezioni. Ma non c' è pagina, nella Bibbia, che si concluda con la disperazione".

per una messa in latino, come quella cui partecipava mia nonna, e la zia... e da ragazza anche mia madre???? :D Ma stiamo scherzando, vero???
Parole ("cristiane") pesanti come macigni, con tutto quello che anche allora accadeva nel mondo..
Comunque, dal di fuori e con il solo uso del ragionamento, mi pare di capire che allora siano stati fatti gli identici passi di oggi: tentativo di apertura con concessione sulla pratica del rito antico seguito da accordo, che allora è saltato solo perchè Lefebvre ha ordinato i vescovi senza il consenso del papa (motivo principale, quindi, la disobbedienza al papa e al suo magistero). Ancora una volta il tentativo di Benedetto XVI è in linea col suo predecessore, checchè se ne dica. Come finirà, dipenderà anche dai lefebvriani, esattamente come allora

Raffaella ha detto...

Concordo in pieno.
Bastava poco: un po' di pazienza e tanta buona volonta'.
R.

Raffaella ha detto...

Si', passante, hai colto il punto essenziale: la scomunica venne inflitta a causa della grave disubbidienza di Mons. Lefebvre che aveva ordinato ben quattro vescovi senza il consenso del Papa.
Giovanni Paolo II fece di tutto, e giustamente, per trovare una soluzione proprio perche' era animato dallo stesso desiderio di comunione di Benedetto XVI.
R.

mariateresa ha detto...

Gemma, vado a ordinare un tuo busto in marmo e lo metto nel mio tinello.

euge ha detto...

Complimenti a Gemma e Raffaella per aver tirato fuori questo prezioso documento. Condivido quanto detto da seraphicus sul fatto che in vaticano è venuta l'ora di cambiar aria. Mi auguro anch'io che per i responsabili di una gestione così superficiale di questa faccenda ci siano dei provvedimenti. Complimenti ragazze un ottimo lavoro.

Anonimo ha detto...

Ragazze mie siete straordinarie!
Dà angoscia vedere quanta poca fiducia e obbedienza hanno tanti prelati nei riguardi del Pontefice regnante, sia esso Giovanni Paolo o Benedetto. Davvero l'amata Santa Chiesa "sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo più zizzania che grano"....
Ma ancor più mi ha colpito la notizia in sè. Dunque Giovanni Paolo II ha dato avvio al processo di reintegro nell'ottobre, mese del S.Rosario, del 1984, anno della Consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria in risposta alla profezia di Fatima.
Vi assicuro che leggere questa cosa poche ore dopo aver terminato la lettura de "Il quarto segreto di Fatima" di Antonio Socci, lascia a bocca aperta e illumina l'interpretazione di tutto quello che sta accadendo in questi giorni.

Caterina63 ha detto...

Intanto mi unisco alle congratulazioni per Gemma e per il Blog ^___^

leggo:
Ebbene si'!
Stesse parole, stessa pappa fritta, stesse rane dalla bocca larga, stesse richieste di anonimato

*************

come non condividere questa realtà?
Poi parliamo di repubblica eh! ^__^
quella che Avvenire ha ben sanzionato con un Dossier sull'8x1000 sul quale repubblica ne ha sparate davvero troppe e grosse...^___^

Che da Milano sopraggiungano, IN ANONIMATO EH! pensieri del tipo:

"Cosa possono dare, in cambio, al papa, i seguaci di Lefebvre? Sono quattro gatti: dov' è il loro potere? Di certo sappiamo che dietro loro c' è l' aristocrazia nera, che è piena di soldi. Che il papa abbia bisogno di questo? Bisognerebbe sapere più cose sulle finanze vaticane".

denota la MISERIA di un certo pensiero cattolico e ci rammenta LA ZIZZANIA (che agisce in anonimato) che non ci è data di estirpare...^__^

Una cosa è sicura: il Papa (i Papi in questo caso sono due) non aveva e non ha bisogno di certi pensatori presunti cattolici, e dal 1984, anno di questo articolo, lo ha ben dimostrato oggi che siamo nel 2009...25 anni dopo...^__^

Non dimentichiamo che i primi campanelli di allarme contro un certo modernismo e progressismo e a vantaggio di un recupero dei Tradizionali, li abbiamo avuti quando uscì l'Enciclica Ecclesia de Eucharestia e la Dominus Jesus....^__^