lunedì 2 febbraio 2009

Canterbury addio. Benedetto riprende anche gli Anglicani (Galeazzi)


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Retroscena

Nel 2007 la richiesta alla Santa Sede
Adesso il sì del Vaticano


Canterbury addio
Benedetto riprende anche gli anglicani


Giacomo Galeazzi per "La Stampa"

A Pasqua rientreranno nella piena comunione con Roma i 500 mila anglicani tradizionalisti (clero e fedeli) che, in dissenso con l'arcivescovo di Canterbury, hanno sottoscritto il catechismo cattolico.
Dopo i lefebvriani, il Papa si appresta ad ammettere nella Chiesa cattolica il principale gruppo di tradizionalisti scismatici anglicani, la «Traditional Anglican Communion» (Tac), che si erano distaccati nel 1991 dalla Chiesa-madre in polemica con l'ordinazione di donne e omosessuali e con le innovazioni liturgiche.
Per la Comunione anglicana guidata dall'arcivescovo di Canterbury Rowan Williams, già profondamente spaccata sul ruolo delle donne e degli omosessuali nella Chiesa, rappresenta un precedente gravissimo.
Il rientro della Tac nella Chiesa cattolica minaccia, infatti, di aprire la strada a nuove fughe di massa verso Roma.
La Tac, oggi guidata dal vescovo australiano John Hepworth, aveva chiesto ufficialmente la «piena comunione ecclesiale e sacramentale» con la Chiesa cattolica nel 2007: un gesto senza precedenti, perché era la prima volta che un'intera comunità cristiana nata dopo la Riforma protestante domandava di essere riammessa nell'alveo del cattolicesimo.
Adesso il Vaticano ha detto sì.
La Congregazione per la dottrina della fede ha espresso parere favorevole sul rientro, consigliando la creazione di una prelatura personale in stile Opus Dei per gli ex anglicani. In pratica, la stessa soluzione studiata per i tradizionalisti lefebvriani della Fraternità Sacerdotale San Pio X una volta sancita la loro «piena comunione» con la Santa Sede.
I tradizionalisti anglicani della Tac sono mezzo milione, divisi in 16 chiese sorelle, sparpagliate nei cinque continenti. Preti e vescovi sono, nella maggior parte dei casi, sposati, come avviene in tutta la Comunione anglicana. Secondo il vescovo John Hepworth, il rientro potrebbe avvenire già per Pasqua, e comunque in tempo per la beatificazione di John Henry Newman, il celebre teologo anglicano convertitosi al cattolicesimo e diventato poi cardinale.
Vescovi, sacerdoti e fedeli hanno chiesto di essere riammessi «in blocco» e Joseph Ratzinger ha accolto la richiesta. I loro esponenti hanno già sottoscritto in segno di adesione il Catechismo della Chiesa Cattolica e l'hanno depositato a Walsingham, il più importante santuario mariano del Regno Unito.
Superato lo scisma e completata la riconciliazione con Roma, conserveranno il diritto alla liturgia anglicana, che per come è celebrata dai tradizionalisti anglicani è vicinissima alla messa tridentina, manterranno il loro clero sposato, ma non il vescovo che ora li guida perché, secondo la tradizione della Chiesa (sia cattolica sia ortodossa) solo i celibi accedono all'episcopato.
La loro ordinazione anglicana per la Chiesa Cattolica non è valida (come chiarito 120 anni fa sotto il pontificato di Leone XIII) e sarà perciò necessaria una nuova ordinazione, come avviene per gli altri pastori anglicani che si tornano in comunione con Roma. Si tratta di una riunificazione che per la Chiesa-madre anglicana potrebbe avere effetti dirompenti, capaci di estendersi molto oltre la Tac.
Un autentico «Big Bang» a partire dai numerosi gruppi anglicani, rimasti per ora nella Comunione Anglicana e quindi dipendenti da Canterbury, che però esprimono fortissimo disagio per la recente ammissione delle donne all'episcopato, e in precedenza, negli Anni 90, al sacerdozio.
Significativamente Benedetto XVI intende accordare alla Tac lo statuto di prelatura personale come l'Opus Dei. Non quindi, una Chiesa uniate come ve ne sono tra le Chiese Orientali, ma una sorta di diocesi mondiale con propri apostolati e un proprio vescovo. Una soluzione analoga a quella che si ipotizza, appunto, per gli ultraconservatori lefebvriani.
Non a caso l'annuncio verrà dato subito dopo Pasqua. Benedetto XVI collegherà l'evento all'Anno Paolino, visto che Paolo è stato il più grande missionario nella storia della Chiesa, e lo scenario dello storico abbraccio sarà la Basilica di San Paolo fuori le Mura tradizionalmente legata all'Inghilterra. Prima dello scisma cinquecentesco del re Enrico VIII, infatti, era la chiesa ufficiale dei cavalieri dell'Ordine della Giarrettiera, la massima onorificenza britannica.
Intanto, assicura il cardinale Walter Kasper, «è ormai vicino l'accordo fra Chiesa cattolica e ortodossi sul primato del vescovo di Roma», cioè sul ruolo del Papa rispetto alle altre chiese cristiane. E nell'ultima plenaria del Pontificio Consiglio per l'unità dei cristiani era stata presentata una raccolta di tutti i testi di convergenza ecumenica con anglicani, luterani riformati e metodisti.
Il timore è che adesso il «caso Tac» faccia scendere il gelo tra Roma e Londra. «In quarant'anni abbiamo fatto molti progressi coi protestanti - spiega il ministro vaticano -. Ci sono problemi ancora aperti, ma vogliamo proseguire il dialogo».

© Copyright La Stampa, 2 febbraio 2009 consultabile online anche qui.

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Galeazzi non dice che all'ultimo congresso internazionale anglicano, Williams è stato salvato proprio dal Papa che gli ha dato un pò di tempo per risolvere i loro litigi. Kyrill ha mandato una lettera di congratulazioni al granduca del Lussemburgo per lo stop all'eutanasia e Chavez ha rotto le relazioni diplimatiche con Israele (ieri in Venezuela gli ebrei se la sono vista proprio brutta). Finora tutti, o quasi, zitti.Saluti, Eufemia

Anonimo ha detto...

Che bello però.
La Chiesa si sta riunificando.
Questo Papa dal punto di vista dell'unità vera della Chiesa miete ogni giorno un nuovo successo.
Quanto fumo emettono gli altri, chi per rabbia, chi per invidia, chi per cercare di oscurare quello che realmente sta succedendo!
Anche di questa bella notizia si intuisce già il corollario mediatico: il risultato non sarà il rientro nella Chiesa di mezzo milione di Anglicani (e il resto mancia), ma il gelo con Canterbury.
Sai che smacco per molti ecumenisti da salotto, tè e pasticcini, per i molti che in questi anni si sono convinti che la missione della Chiesa non fosse l'evangelizzazione, ma il quieto vivere.
Onore a quei Vescovi Anglicani che rientrando nella cattolicità rinunciano all'Episcopato per obbedienza e adesione di fede. Preferiscono fare i Preti nella Chiesa vera, che i Vescovi in una falsa.
Danno una grande lezione ai nostri!

gemma ha detto...

in realtà dell'ecumenismo in sè credo non freghi molto a nessuno. C'è ecumenismo di serie A, progressista- intellettual chic, e di serie B, quello che sta portando avanti il Papa. Non può piacere questa unità, con le ali più tradizionaliste della Chiesa, che di fatto allontana dalla religione unica dove" tutte le religioni sono uguali". L'unità che si auspicava era quella con luterani e altre comunità protestanti progressiste.

Anonimo ha detto...

Ecco perchè sono così arrabbiati con Papa Benedetto!

euge ha detto...

Sono contenta per questo nuovo passo avanti importante verso l'unità della chiesa. Gemma, la tua costatazione è dolorosamente vera......... ma, io sono convinta che certi progressisti si affilano tanto le unghie contro benedetto XVI, perchè forse temono proprio il suo ecumenismo di serie B.

Anonimo ha detto...

Che colpo per i progressisti della "rupture". Che botta per una cerca scuola bolognese. E se tanto mi da tanto questo è appena l'inizio. Lunga vita a Benedetto XVI!
Alessia

brustef1 ha detto...

Forse qualcuno la smetterà di ululare alla luna, anche se poi, magari, si inventerà ad arte nuovi Williamson

A.R. ha detto...

A proposito della liturgia anglicana tradizionale, dire che è simile a quella tridentina mi sembra un po' azzardato. Ovvero, per chi guarda le forme e gli inchini, ma se si leggono i testi è spesso un'altra cosa. Anche perchè non si sa mai quali siano i testi giusti quando si ha a che fare con gli anglicani: la varietà è d'obbligo peggio che da noi!
E poi il latino è scomparso da oltre 500 anni da loro, non come da noi da meno di 50. Però, non c'è che dire, la bellezza di certe traduzioni nella lingua inglese liturgica sarà benvenuta e benedetta. Questo rientro, se si realizzerà, sarà un secondo colpo durissimo per i liberal-rinnovatori cattolici inglesi e anglofoni.