mercoledì 11 febbraio 2009
Il Papa: La vita e' scrigno prezioso da custodire anche se malata
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Papa: La vita e' scrigno prezioso da custodire anche se malata
Non è bene disponibile. Ammalti vanno circondati di premure
Città del Vaticano, 11 feb. (Apcom)
La vita umana "non è un bene disponibile, ma un prezioso scrigno da custodire e curare con ogni attenzione possibile, dal momento del suo inizio fino al suo ultimo e naturale compimento". Nel giro di tre giorni, il Papa torna a difendere con forza il dono della vita, anche in condizioni di gravi malattie.
L'occasione è la Giornata Mondiale del Malato, che la chiesa celebra oggi. Benedetto XVI non poteva dunque esimersi dal proclamare un nuovo appello alla vita, e soprattutto all'assistenza delle persone gravemente malate. Non cita mai il caso di Eluana Englaro (nè l'aveva fatto domenica all'Angelus), ma è un richiamo generale a tutti quei casi in cui l'uomo vuole ergersi padrone di se stesso.
"La fede ci aiuta a ritenere la vita umana bella e degna di essere vissuta in pienezza pur quando è fiaccata dal male", dice Ratzinger al termine di una solenne celebrazione nella Basilica di San Pietro, alla presenza di decine e decine di ammalati dell'Unitalsi. "Cari fratelli e sorelle, ci rendiamo conto sempre più che la vita dell'uomo non è un bene disponibile - afferma il Papa teologo - ma un prezioso scrigno da custodire e curare con ogni attenzione possibile, dal momento del suo inizio fino al suo ultimo e naturale compimento".
"La vita - sottolinea il Pontefice - è mistero che di per se stesso chiede responsabilità, amore, pazienza, carità, da parte di tutti e di ciascuno. Ancor più è necessario circondare di premure e rispetto chi è ammalato e sofferente. Questo non è sempre facile; sappiamo però dove poter attingere il coraggio e la pazienza per affrontare le vicissitudini dell'esistenza terrena, in particolare le malattie e ogni genere di sofferenza. Per noi cristiani è in Cristo che si trova la risposta all'enigma del dolore e della morte". Per Benedetto XVI, dunque, "è alla 'scuola' del Cristo eucaristico che ci è dato di imparare ad amare la vita sempre e ad accettare la nostra apparente impotenza davanti alla malattia e alla morte".
"Questa Giornata - prosegue il Papa - invita a far sentire con maggiore intensità ai malati la vicinanza spirituale della Chiesa" che "è la famiglia di Dio nel mondo, all'interno della quale nessuno deve soffrire per mancanza del necessario".
"Oggi, dunque, ci è data l'opportunità di riflettere sull'esperienza della malattia, del dolore, e più in generale sul senso della vita da realizzare pienamente anche quando è sofferente". Il Papa pensa in particolare ai bambini ammalati, "che sono le creature più deboli e indifese. Se già si resta senza parole davanti a un adulto che soffre - si interroga - che dire quando il male colpisce un piccolo innocente? Come percepire anche in situazioni così difficili l'amore misericordioso di Dio, che mai abbandona i suoi figli nella prova? Sono frequenti e talora inquietanti - osserva Benedetto XVI - tali interrogativi che in verità sul piano semplicemente umano non trovano adeguate risposte, poichè il dolore, la malattia e la morte restano, nel loro significato, insondabili per la mostra mente". La risposta? Si trova "nella fede. La fede ci aiuta a ritenere la vita umana bella e degna di essere vissuta in pienezza pur quando è fiaccata dal male".
Il Pontefice affida infine a Maria "i poveri, i sofferenti, gli ammalati del mondo intero, con un pensiero speciale per i bambini sofferenti".
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6 commenti:
Il Papa,come sempre, sa dare forma e parole ai sentimenti.
Grazie Santità!
Antonio
"la vita dell'uomo non è un bene disponibile"...che eresia per la nuova religione della dea "libertà"! Questa dea che per essere esaltata e venerata chiede di immolare sacrifici umani.
Avere QUESTO papa è una grande fortuna, la sua bocca è come spada affilata (cfr Is 49,2).
Difficile, troppo, per certi pseudo-cattolici non intendere una parola così netta.
"Difficile, troppo, per certi pseudo-cattolici non intendere una parola così netta."
Forse il problema è che la si vuol far intendere a suon di decreti anche a chi cattolico non è ....
E dài, possibile che solo la Chiesa non possa emanare i suoi "decreti"? Secondo la stessa logica, i cattolici dovrebbero non sottostare a certe sentenze dello Stato. Quando si capirà che la Chiesa è un'autorità morale e che il Magistero è rivolto ai cattolici? Se poi vogliamo restringerci alle opinioni, solo la Chiesa non può esprimere le sue?
ci sono credenti che hanno dato ragione ad Englaro e non credenti che su questo caso la pensano come il Papa, perchè appiattire il dialogo culturale solo sulla contrapposizione Vaticano-Stato? E cosa dovrebbe dire il Papa? Che la vita umana è disponibile e non appartiene a Dio? Concediamo almeno a lui il beneficio di poter continuare a credere nel Dio creatore. Una società e le sue regole devono scaturire dal contributo di tutti e dalla discussione fra tutti. La distinzione fra credenti e non, su certi temi, la vedo sempre meno netta e comincia ad assomigliare sempre più ad una limitazione della libertà di espressione, il voler impedire ai cattolici di esprimersi attraverso la continua accusa di ingerenza. Non mi pare sia la chiesa ad avere in mano in media, checchè se ne lamentino alcuni. Di Gesù ormai in tv parla solo Augias e i comici fanno a gara per ridicolizzare il potere forte del Vaticano. Fosse davvero così forte, loro non sarebbero più là e questo in fondo mi dà ulteriore conferma di ciò che penso e mi tranquillizza perchè non voglio censure sul pensiero altrui ma nemmeno sul mio.
Se io fossi parlamentare vorrei essere libero di votare contro la morte.
E' possibile questo per i profeti della dea "libertà"?
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